lunedì 13 marzo 2017

PdPR e Lenin

PdPR sta per Partito democratico Porto Recanati. Un po’ come SPQR sta per Senatus PopolusQue Romanus. Lenin sta per Vladimir Ilic Uljanov. Che ci azzecca, direbbe Di Pietro, il PdPR con Roma e con Lenin? Con Roma lo vedremo in una prossima occasione, con Lenin lo vediamo adesso.

Diciamo subito che il renziano PdPR negli ultimi anni ha adottato – forse inconsapevolmente – una certa prassi leninista facendo sua una delle massime fondamentali del capo bolscevico, quella di cavalcare e assorbire il movimentismo europeo. Lenin pensava in tal modo di dare un po’ di carica a un proletariato che nell’Europa più avanzata era riluttante a farsi trascinare in avventure rivoluzionarie, perché le paghe erano buone e il proletariato aveva la pancia piena.

Così il PdPR, che avendo notato la tiepidezza dei suoi militanti durante le fasi elettorali si è rivolto ai movimenti locali – li chiamiamo ancora così per non discostarci troppo da Lenin, anche se non sono più che sigle – nella prospettiva di cavalcarli prima e assorbirli poi. Intanto, deve aver pensato il think tank politico del partito, assicuriamoci i loro voti – il resto verrà. Il disegno prevedeva anche di vincere le elezioni, ma il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Non diremo però che il PdPR è andato per conquistare ed è stato conquistato – come successe ai Romani con i Greci – perché in giro non vediamo Greci. Diciamo allora che invece di conquistare gli alleati – Uniti per Porto Recanati, Alternativa civica e Paese vero, con la Montali, e questi ultimi due con Giri – ne è stato conquistato. Ma non per la loro cultura, bensì per il loro vitalismo in opposizione a una certa pigrizia del PdPR che l’ha indotto a seguire il movimentismo in tutto e per tutto, pur di non perderne le simpatie.

Ecco allora che il PdPR insegue miti ottocenteschi pur di dimostrarsi all’altezza di quel vitalismo. Oggi sta per cascare nel trabocchetto del comitato per il referendum, che non gli gioverà in alcun modo e che lo porterà verso la deriva movimentista. Per non dire poi che dietro al comitato potrebbero muoversi altri interessi. Ci chiediamo perciò se è tutta farina del suo sacco, perché qualche dubbio lo abbiamo.

E non si parli di esercizio della democrazia, che è una cosa troppo seria per essere trattata in questo modo. Democrazia è una procedura per stabilire chi deve comandare, per cui chi vince governa portando avanti la sua politica, mentre chi perde sta all’opposizione. A tempo debito si stabilirà, sempre attraverso il metodo democratico, se chi governa merita la riconferma oppure se deve essere mandato a casa.

Al movimentismo si può perdonare persino un’opposizione selvaggia – lo vediamo anche a livello nazionale – ma un partito deve avere un suo aplomb. Che non è un qualcosa di esteriore
ma un valore, perché tale è il senso delle istituzioni. Che è lontano mille miglia da una politica basata sul mero risentimento e sull’ostruzionismo.  


9 commenti:

  1. Società civile, a parte i voli pindarici per far portare il tuo ragionamento dall'800 ad oggi, ma hai dimenticato un dato di fatto che mina tutto il tuo articolo.Cioè, che fino ad adesso sono stati i movimenti che si sono attaccati al Pd per giovarsene e che attualmente il Pd non è Città Mia e viceversa.Tutti sembrano averlo capito meno che tu!In più adesso il Pd locale non esiste, ma ha solo correnti che si sono scisse alle ultime votazioni andando a trovar casa un po' in Insieme Alla gente e un po' in Città Mia.
    Quindi non si sa a quale Pd tu faccia riferimento!Al Congresso saranno dolori!

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  2. Quando dici congresso ti riferisci a quello del Pd, suppongo. Quindi un Pd esiste. Formalmente, magari, perché di fatto noi vediamo all'opera - si fa per dire - soltanto Città Mia. Che guarda caso è composto da Pd, Alternativa civica e Paese vero. Certo che i civici succhiano il sangue al Pd: è sempre stato così. Ricordi Uniti per Porto Recanati? Quella era una sigla che apparteneva al Pd e ad altri quattro partiti - Psi, Verdi, Rifondazione e Italia dei Valori. Invece ve l'ha soffiata Riccetti, che su quella sigla ha prosperato succhiando iscritti e voti al Pd. Fiaschetti, quando era con la Ubaldi ha preso 84 voti, con la Montali, assieme al Pd, ne ha presi 125 e Marika Gabbanelli 96. Alle ultime elezioni, Bianchi, di Ac, ha avuto 120 preferenze; Feliciotti, che è stato il più votato del Pd, ne ha avute 100. Questo è quanto. Tu sei del Pd, anonimo delle 17.35, quindi parla con i tuoi compagni e poi dite voi.

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  3. Potresti dirci quali sarebbero gli ulteriori interessi che potrebbero nascondersi dietro l'ipotetica nascita di un comitato, cara Società Civile Porto Recanati?

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  4. Vediamo prima che comitato sarà. Non vorrai rovinarci la festa. Spero.

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  5. Chissà se dal diritto di esprimersi all'eventuale referendum saranno esclusi, o si autoescluderanno, i residenti nelle sontuose ville delle nostre colline...

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    1. Non essere invidioso, amico delle 23.24. Tutti dovremmo andare ad abitare lassù. Non è forse un diritto di tutti quello al paesaggio?

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    2. certo, ma una volta che ci abito poi magari dico NO ad altri che ci si vogliono insediare.... un po' scorretto mi pare (..era ovvia la mia ironia delle 23:24!)

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  6. Hai la memoria molto corta....nel 2014 il tuo caro pd era arrivato ad aprile e non sapeva dove sbattere la testa per trovare un candidato sindaco. La Montali fu scelta da altri...Per trovare una donna in lista l ultimo giorno utile ripiegato sulla Stefanelli con il risultato che tutti conosciamo.Nel 2016 guarda i voti che hanno preso i candidati del pd....vergognosi la segretaria del pd ha preso la miseria di 50 voti. I candidati dei movimenti e gli indipendenti hanno preso il doppio o il triplo dei voti presi dal pd.Senza i movimenti il pd dove andava....?? Con l Ubaldi !!!!

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  7. E' esattamente quello che ho detto io. Per quel che riguarda Antonella Cicconi dico che è stata una donna coraggiosa che ha pagato colpe non sue.

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