lunedì 6 marzo 2017

La darsena e il turismo nautico

Il Piano regionale dei porti parla del turismo nautico, e dice che “negli ultimi anni l’interesse attorno al settore dei porti turistici è cresciuto enormemente soprattutto grazie alla consapevolezza delle ricadute economiche e occupazionali che il comparto è in grado di generare”.

 E ancora. “Numerosi sono i settori economici che ruotano attorno alla nautica da diporto, vedi cantieristica, servizi di manutenzione e settori tipici del turismo come la ristorazione, l’alberghiero, il commercio, ecc”. E poi: “per rilanciare il turismo nautico ed innescare un volano di sviluppo per tutti i settori di eccellenza del territorio, si rende necessario incrementare notevolmente il numero dei posti barca”.

Secondo il Piano, la nostra regione avrebbero bisogno di 4.000 nuovi posti barca. Nelle Marche, le località iscritte nel Piano dei porti sono nove, e tra esse c’è anche Porto Recanati. Ebbene, otto di queste località hanno il porto, mentre Porto Recanati, che ce l’ha nel nome. non ce l’ha nei fatti.

Eppure alcuni anni fa fu fatto un bando di gara internazionale – sotto l’egida della Regione Marche – per l’appalto dei lavori di costruzione del porto. Gara che è stata vinta da un associazione temporanea di società: la Donati Costruzioni di Roma e la Besix di Bruxelles.

Progetto pronto, carotaggi fatti, sembrava si dovesse partire da un momento all’altro, mentre invece arriva una lettera dell’assessore regionale Paola Giorgi che dice: “Stiamo parlando dell'esecuzione di un'infrastruttura privata che coinvolge beni pubblici e un ambiente  estremamente dinamico e sensibile come quello della fascia costiera. Il tratto di litorale di Porto Recanati, in cui è stata richiesta la concessione per un ridosso per la nautica da diporto, è fortemente degradato per tutta una serie di fattori e concause legati a interventi effettuati nei decenni passati senza le dovute valutazioni ambientali e strategiche. L'intervento in questione, la richiesta di concessione demaniale marittima per un ridosso a riqualificazione del waterfront di Porto Recanati, deve seguire tutte le procedure di verifica ambientale, i principi precauzionali e le misure compensative che garantiscano, in ottica sostenibile, interessi pubblici e privati. E la richiesta ha avuto esito positivo, ovviamente nel rispetto delle prescrizioni assegnate, e lo stesso Comune di Porto Recanati è stato ammesso alla successiva fase di progettazione. E’quindi necessario concertare con tutti i portatori di interesse un intervento sostenibile sul lungo periodo e di riqualificazione del tratto di litorale interessato che deve restare un bene a disposizione dell’intera collettività”.


Qui si potrebbero fare una decina di considerazioni, ma per capire come stanno le cose basta concentrarsi sul concetto di “misure compensative”. Ecco cosa si intende per interesse pubblico. I problemi di Porto Recanati non sono di interesse pubblico. Sa qualcuno dire perché?

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