mercoledì 8 marzo 2017

Fake News, ovvero pataccari e calunniatori


“Multe per chi diffonde notizie false su social media o siti non espressione di giornalismo online, contrasto dell'anonimato e obbligo per i gestori delle piattaforme informatiche di monitorare costantemente i contenuti che circolano al loro interno. E reclusione fino a due anni per chi si rende responsabile di campagne d'odio contro individui o volte a minare il processo democratico”.

Sono i punti cardine di una proposta di legge contro le cosiddette fake news presentata qualche settimana fa in Senato intitolata “Disposizioni per prevenire la manipolazione dell'informazione online, garantire la trasparenza sul web e incentivare l'alfabetizzazione mediatica”.

“Il provvedimento è un primo passo per aprire un dibattito più ampio che non riguardi solo il mondo politico – ha detto la prima firmataria del provvedimento Adele Gambaro – ma tutti gli attori della società civile. Non vogliamo mettere un bavaglio al web né sceriffi, ma normare quello che è diffuso e non ha regole”

“Internet ha sì ampliato i confini della nostra libertà dandoci la possibilità di esprimerci su scala mondiale – scrivono i legislatori per spiegare la filosofia che li ha mossi – ma la libertà di espressione non può trasformarsi semplicemente in un sinonimo di totale mancanza di controllo, laddove controllo, nell'ambito dell'informazione, vuol dire una notizia corretta a tutela degli utenti”.

Il provvedimento parla di 5 mila euro di multa per i trasgressori e non meno di due anni di carcere e 10 mila euro di multa per i conduttori di campagne d’odio contro le persone. Ci sarebbe ancora da dire molto su leggi e tecnologie per prevenire o reprimere certi comportamenti sui social, ma poi dobbiamo tutti convenire che tornare indietro non si deve perché con una società globalizzata è più facile vivere in pace e prosperità – per dirla con Mark Zuckerberg.

Ma pure bisogna fare i conti con chi con i suoi comportamenti rappresenta una minaccia per la civile convivenza. E allora, se anche non funzionasse la moralizzazione preventiva dei social, ben vengano le multe e il carcere, perché è morale anche punire chi si è macchiato di una colpa grave contro la persona. E chi approfitta dei social per diffondere odio e calunnie deve avere una punizione doppia.  

Perché altro è farsi belli raccontando fole sui propri meriti, altro è calunniare, offendere e gettare discredito sugli altri. E dunque tremate pataccari, provocatori e calunniatori del web.    




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