martedì 28 febbraio 2017

Historiette Elezioni 2014

Elezioni 2014. Il Partito democratico non riesce a trovare un proprio candidato a sindaco. Di Lorenzo Riccetti non vuol saperne e di Rosalba Ubaldi – con la quale avrebbe voluto coalizzarsi in ossequio al cosiddetto Laboratorio Marche – nemmeno. Alla fine esce fuori il nome di Sabrina Montali, alla quale il Pd accende un cero.

Fino al punto di accettare la formazione di una coalizione assolutamente eterogenea con dentro Pd, UpP, Alternativa civica, Paese vero e Partito socialista – mancando di poco l’alleanza con Porto Recanati a Cuore – con l’appoggio diciamo così esterno della Destra di Anna Rombini – molto  attiva nel distribuire i "santini" della sinistra – dei notabili del Pdl, di spezzoni di Alleanza Nazionale e di altri settori della destra. Dall’altra parte il sindaco uscente Ubaldi con quel poco che rimane. Vince a mani basse la Montali, naturalmente, ma il seguito è tutto da raccontare.

Sin da subito si capisce che una volta al potere niente è più come prima. Mentre l'assessorato alle politiche giovanili viaggia da un nome a un altro, Feliciotti rifiuta gli incarichi conferitigli dal sindaco aprendo già da subito un caso che assumerà proporzioni gigantesche in consiglio comunale con l’uscita dall'aula consiliare di due consiglieri del Pd – tra cui il segretario politico – durante la votazione per la variante del Burchio. Come ormai noto, il Pd non era contrario al Burchio, ma pur tuttavia ha ceduto la poltrona di sindaco a Montali e quella determinante di assessore all’urbanistica a Riccetti, due che al Burchio erano assolutamente ostili.

E proprio il Burchio, che aveva favorito il coagularsi di una coalizione che non avrebbe potuto stare insieme nemmeno con l’Attak, da quel momento diventa motivo di rottura all’interno della maggioranza.

In poco tempo scoppiano i casi Khai, Dicearco e – il 13 marzo 2015 – quello più clamoroso del  Plein Air, che coinvolge un assessore e che in un paese normale avrebbe comportato l’intervento della magistratura. Ma il sindaco Montali si prodiga a ridimensionare il caso mediante un comunicato del 14 marzo che però viene contraddetto clamorosamente due giorni dopo da una nota di Uniti per Porto Recanati, che dice di voler andare al fondo della questione. Non succederà niente, naturalmente, ma intanto si è creato un precedente.

Il 2 aprile brilla il caso farmacia con la nomina a presidente di Gaetano Agostinacchio a opera del sindaco. Il giorno dopo arriva puntuale la contestazione da parte di UpP, che Agostinacchio proprio non lo vuole. Dato il precedente, ce ne sarebbe abbastanza per dichiarare lo stato di crisi della maggioranza. Ma Montali tiene duro. 

Sorvoliamo sul caso delle clamorose delle dimissioni di tre assessori - poi rientrate -, del presidente e del consigliere appena nominati della commissione farmacia per non sembrare sadici.  

Il 16 aprile il Pd passa all’opposizione seguito poco dopo da Attilio Fiaschetti. Ancora una defezione e Montali cade. E che fa il sindaco? Invece di tenersi buoni i due assessori Dezi e Canaletti – in posizione contestataria nei confronti di UpP – e assegnar loro le deleghe lasciate vacanti da Fiaschetti, le attribuisce a Palestrini, che tra l’altro nemmeno figura tra gli eletti. Canaletti, nel frattempo, era stato messo sotto la tutela di un presunto esperto di Grottammare. 

Il 14 maggio – dopo una serie interminabile di scaramucce con UpP – anche Dezi e Canaletti se ne vanno ponendo fine all’amministrazione Montali. Si va al commissariamento e alle elezioni dopo un anno: cosa che a UpP sembra non dispiacere in modo particolare.



Ci fermiamo alla storia politica, ma di cose da dire ce ne sarebbero da riempire un paio di libri. E allora, serve altro per capire di che razza di politica si sta parlando? Non solo abbiamo visto come tra coalizioni antagoniste scorra l’odio ideologico, ma anche che tale odio ha alimentato e caratterizzato i rapporti all’interno delle stesse coalizioni e tra gruppi politici affini. Altro che spirito di servizio, è ancora il potere, e forse anche la vanità, a esercitare un irresistibile fascino.           

lunedì 27 febbraio 2017

Historiettes

Elezioni del 6-7 giugno 2009. Se la giocano Lorenzo Riccetti (Uniti per Porto Recanati) e Rosalba Ubaldi (Nuovi Orizzonti). Vince facile quest’ultima, anche perché una mano gliela dà Riccetti.

Il quale, un minuto dopo aver vinto le primarie di coalizione contro Donato Caporalini, si lascia andare a un duro e clamoroso attacco contro il suo avversario e contro tutti coloro che lo hanno sostenuto. Ne è nata una polemica che non ha potuto non nuocere a Uniti Per Porto Recanati.  Riccetti lo sa che ha perso un buon numero di voti di quella parte del Pd favorevole a Caporalini.

E che dire dei 280 voti presi dalla lista Nuova Generazione di Massimo Montali, Alessandro Palestrini e Giorgio Porreca che Riccetti non ha voluto – seppure a malincuore – nella sua formazione a motivo di un veto posto da Rifondazione Comunista? E’ da pensare che avrebbero fatto comodo agli avversari della Ubaldi.  

Una volta seduto sui banchi dell’opposizione, il gruppo consiliare Uniti per Porto Recanati, di cui facevano parte anche due iscritti al Pd, ha tagliato praticamente i ponti con tutti i partiti che formavano la coalizione. La qual cosa non è per niente piaciuta al Pd, che si è visto scavalcato e spesso tenuto fuori dalle decisioni anche politiche prese dal gruppo consiliare. Si doveva capire, infatti, che UpP era una emanazione dei partiti, non il contrario.  

Non è andata meglio alla formazione vincitrice, che già in fase di elezioni aveva accusato la acida defezione della destra di Anna Rombini, che con una sua lista – Porto Recanati che cambia – è riuscita a prendere 362 voti.

Ma una volta a Palazzo Volpini, Ubaldi ha perso quasi subito il consigliere della Lega Nord Attilio Fiaschetti – uscito a causa dell’improvvida scelta della Ubaldi di candidarsi alle provinciali con il centro sinistra – e a seguire i civici assessori Gaetano Agostinacchio e Alesandro Rovazzani per incompatibilità di carattere con il sindaco. Ancora uno e Rosalba Ubaldi sarebbe saltata.

Tra veti, divorzi, ricusazioni e “tradimenti” si è consumata l’orrenda vicenda politica delle elezioni del 2009. A partire da questa data inizia l’odio politico e sociale a Porto Recanati. Protagonisti tutti: partiti e liste cittadine.   



venerdì 24 febbraio 2017

Che Partiti?

A Porto Recanati ci sono soltanto due partiti, in servizio permanente effettivo: il Partito democratico e l’Udc. Ognuno dei quali, fatte le debite proporzioni, dovrebbe rappresentare un polo di attrazione per tutti i movimenti che gli ruotano attorno, eccezion fatta per M5S. Ma fino a che punto ciò è vero?

Il Partito democratico ha fatto per due elezioni di fila la parte del sorcio, che credeva di aver ammaestrato il padrone per il fatto che lo gratificava di un pezzetto di formaggio ogni volta che tirava una leva posta all’interno della gabbia. Non si rendeva conto che l’ammaestrato era lui stesso.

E ciò è tanto più grave proprio perché è successo più di una volta. Alle comunali del 2014, quando credeva di poter mettere in riga Uniti per Porto Recanati, con il risultato di regalargli un bel po’ di voti e consiglieri e di contribuire a far cadere l’amministrazione Montali dopo nemmeno un anno dal suo insediamento. In quelle del 2016 cedendo la maggioranza delle azioni, peraltro svalutate, a Paese vero e Alternativa civica.

Ma nemmeno l’Udc ha dimostrato sufficiente forza di attrazione, non riuscendo alle comunali del 2014 a tenere unito il centro destra e nel 2016 a contenere e a catalizzare le velleità politiche dei suoi potenziali alleati all’interno di una coalizione che pur si annunciava vincente. Porto Recanati a Cuore, Lega Nord e Fratelli d’Italia andarono per la loro strada, non volendo sottostare alle voglie di un partito pigliatutto come l’Udc. Così hanno detto.

Ma la cosa più strabiliante è che Pd e Udc – promessi sposi da una vita – hanno cercato in due successive elezioni di mettersi insieme fregandosene del resto del mondo. Ebbene, nonostante una soluzione di questo tipo fosse negli auspici dei rispettivi partiti a livello provinciale e regionale, e nonostante riguardasse di fatto e di diritto tutta la regione (veniva reclamizzato come Laboratorio Marche), l’accordo non si fece né nel 2014 né nel 2016. Perché? Perché nel 2014 il Pd non voleva come candidato sindaco Rosalba Ubaldi – che tra l’altro era anche sindaco uscente – e nel 2016 non la voleva nemmeno in lista. In pratica, si asseriva che Ubaldi volesse fare il pigliatutto, e perciò le si offrì niente.

Per la cronaca, l’Udc ha vinto le elezioni del 2016 con Mozzicafreddo e la Ubaldi ha avuto la bellezza di 553 preferenze. In conclusione, la piccola Udc ha governato Porto Recanati con un suo sindaco negli ultimi quindici anni – intervallati da due anni targati Montali e Passerotti – e si appresta ad arrivare a venti con Roberto Mozzicafreddo. Allora, la parola d’ordine dei prossimi anni dovrà essere “mandiamo a casa l’Udc”, ma non opponendogli questa classe politica.

Giusto per rispondere a quegli scettici che non sono convinti che Porto Recanati attraversi una profonda crisi politica, ricorderemo che l’amministrazione Montali cadde dopo nemmeno un anno lasciando il paese – prima e unica volta della sua storia repubblicana – commissariato. E non si trattò di una crisi causata da difficoltà economiche o da fenomeni corruttivi o mafiosi, ma di vera e propria crisi politica. E all’orizzonte non si vede una qualsiasi credibile classe dirigente.  


mercoledì 22 febbraio 2017

Società civile

Questo blog si chiama Società Civile, e tutti i post che contengono frasi o parole insultanti saranno rimossi

martedì 21 febbraio 2017

Che Movimenti?

Negli ultimi anni, sono entrati nella scena politica locale nuovi soggetti che amano definirsi movimenti o associazioni: Movimento 5 Stelle, Uniti per Porto Recanati,  Porto Recanati a CuorePaese vero, Alternativa Civica, Lega Nord, Fratelli d’Italia. Ma di che tipo di movimenti si tratta? 
Lasciamo da parte il Movimento 5 Stelle, che nonostante il nome è un partito carismatico camuffato da movimento, e concentriamoci sugli altri. 
Che differenza c’è tra UpP, Pac, Pv, Ac, Lega, FdI? 
Nel mondo esistono movimenti per i diritti civili, per l’ambiente, per il riscatto della donna, per la tutela degli animali (a proposito, un grazie alla professoressa Temple Grandin), ecc. Ma qual è la ragion d’essere dei cosiddetti movimenti locali? Nessuna, perché non hanno un proprio scopo concreto e puntuale da perseguire. 
Il paradosso è che nonostante la presenza di sette movimenti attivi, la politica locale è ancora ideologicamente caratterizzata: UpP è orientato a sinistra, Pac è orientato un po’ di qua un po’ di là, Lega e FdI sono di destra. Ac, che ha un’anima ambigua nonostante il suo leader provenga dalla destra leghista, dimostra di poter percorrere tutto l’arco ideal populista da destra a sinistra. Tant’è che oggi fa parte della lista Città Mia assieme al Pd. Paese vero, che oggi sembra uscito di scena, negli ultimi anni ha praticamente fatto la stessa strada di Ac. 
I movimenti rappresentati in consiglio comunale (M5S, UpP, PaC) hanno già dato cattiva immagine di sé muovendosi all’interno di un indistinto comunitarismo di tipo tribale comprendente anche il Pd. Un vero insulto al pluralismo delle idee. 
Il quadro fosco dell’opposizione consiliare è completato dall’ircocervo Città Mia, fortemente condizionato dall’esterno dal “vitalismo” di Alternativa Civica. Primizia che forse non è piaciuta a Paese vero, che si dice sia uscito dal gruppo per incompatibilità di leadership e diversità di prospettive. Con il venir meno di Paese vero – che faceva da trait d’union tra la destra e la sinistra della coalizione, legittimandola – Città Mia non avrebbe più ragione di esistere. 
Altro scandalo politico al di fuori delle istituzioni è quello propinatoci dai movimenti di destra Lega Nord e Fratelli d’Italia, i quali hanno abbandonato la coalizione che poi avrebbe vinto le elezioni alla vigilia del voto, quando i manifesti elettorali erano già in bella vista con su scritto in grande il nome del candidato sindaco. 
Lega e FdI avrebbero potuto essere tranquillamente a Palazzo Volpini con ruoli di primissimo piano – tra l’altro garantiti – mentre invece sono addirittura fuori dal consiglio comunale. Il perché di quella scelta – non useremo mai la parola tradimento – non è stato ancora detto, ma è evidente che in quei movimenti, che amano sentirsi rappresentati da persone coraggiose, è venuto meno proprio il coraggio. Alle regionali del 2015, i due gruppi insieme hanno avuto 966 voti, mentre alle comunali del 2016 ne hanno racimolati la miseria di 475: meno della metà. Se questa non è chiarezza di idee, qualcuno dica cos’è.  

Ecco allora che in questo deprimente quadro politico l’Udc, un partito che vale circa 250 voti, arriva a vincere le elezioni e a instaurare a Palazzo Volpini un suo monocolore. Onore al merito alla sua leader Rosalba Ubaldi, anche se contro simili avversari politici il merito tende a ridursi notevolmente. 

sabato 18 febbraio 2017

La miseria della politica

Il comunicato di ieri dei quattro gruppi di opposizione Città Mia, Movimento 5 Stelle, Uniti per Porto Recanati e Porto Recanati a Cuore mostra a tutto tondo lo stato “miserevole” in cui si dibatte la politica a Porto Recanati. 
Che un oppositore cerchi di avere il massimo delle informazioni possibili per svolgere al meglio il suo ruolo non meraviglia. Ma ci sono due cose che di quel comunicato lasciano perplessi. Una è il fatto che l’opposizione faccia riferimento a “quanto emerso dalle testate giornalistiche locali” per sapere che la questione del Burchio è tornata d’attualità e non alla delibera di giunta pubblicata sul sito del Comune. 
Ciò vuol dire che se i giornali non avessero parlato, loro del ritorno del Burchio non avrebbero saputo niente. 
L’altra è la riproposizione dell’ennesima ammucchiata, che mostra l’incapacità di essere autosufficienti da parte di ognuno dei quattro gruppi. Oppure che uno è quello dominante e che gli altri seguano pedissequamente per mancanza di un progetto proprio. Nemmeno lo storico “Aventino” aveva fatto registrare un’ammucchiata così onnicomprensiva e compatta come quella di cui si parla, pur trattandosi di una dimostrazione di protesta contro un regime totalitario come quello fascista. 
Le nostre quattro sigle pretendono di definirsi movimenti, nessuno però avendo esplicitato la sua “ragione sociale”. Se avessero un progetto politico non farebbero ammucchiate, perché è pensabile che Porto Recanati a Cuore non abbia alcuna affinità con il Movimento 5 Stelle e Uniti per Porto Recanati così come all’interno di Città Mia non può esistere un progetto politico che accomuni il Partito democratico ad Alternativa Civica. 
Sul Burchio, poi, altro sono le posizioni oltranziste di M5S, UpP e Ac, altro quelle possibiliste, se non addirittura allineate, di Pd e PaC. Nella versione attuale del contrasto alla maggioranza sulla questione del Burchio è probabile che Pd e PaC abbiano fatto passi notevoli in direzione di M5S, UpP e Ac. Così come è probabile che la logica del “tutti contro uno” abbia determinato questo stato di cose, dimenticando che storicamente non ha portato mai bene. 
I movimenti rappresentano di solito dei particolarismi e per questo fa male vederli andare a braccetto.          

venerdì 17 febbraio 2017

La politica e la società

A Porto Recanati si fa cattiva politica ed è probabile che questa influenzi anche la vita sociale. Cattiva politica uguale cattiva società? Nessuno può dirlo con certezza, ma è un fatto che sia la politica sia la società civile a Porto Recanati sono caratterizzate da una profonda lacerazione interna. Non parliamo poi dei rapporti reciproci.

Qualcuno è responsabile di questo stato di cose, e se andassimo a indagare a fondo vedremmo che l’inizio dei nostri mali “societari” ricadono essenzialmente su un certo modo di fare politica.

Ma lasciamo per ora la politica ai politici e rivolgiamo il nostro interesse alla società. Che è formata per lo più da cittadini venuti da lontano, se è vero che i porto recanatesi doc non superano il 20% del totale.

Ma questo dovrebbe favorire e non danneggiare Porto Recanati, una città che sta dolorosamente mostrando di non riuscire a stare al passo con i tempi.

Manca la mentalità imprenditoriale, in questa città, tant’è che i nuovi imprenditori, sia nel campo del commercio sia in quelli della ricezione, ristorazione e balneazione – le attività trainanti della nostra economia – sono gente arrivata da fuori.

Bisogna dire, perciò, che una minoranza di stampo locale avvelena tutto l’ambiente e mette i bastoni tra le ruote di chi ha voglia di fare. Leopardi diceva di essere nato da famiglia nobile in una città, Recanati, ignobile. E a quei tempi Porto Recanati era un quartiere di Recanati.

Società divisa, per concludere, che non riesce a fare sistema e che pertanto non è nemmeno capace di difendere i propri interessi.       

mercoledì 15 febbraio 2017

Società civile Porto Recanati


Da oggi inizia ufficialmente l’attività di Società Civile Porto Recanati in quanto spazio di libera conversazione e confronto. Società come luogo dello stare insieme; civile come società evoluta, aperta al confronto e orientata al progresso. Pacifica e ben educata, post ideologica e rispettosa della persona con pieno riconoscimento dei suoi diritti fondamentali. In altre parole, una società non barbarica. Di volta in volta proporremo degli argomenti di discussione per lo più legati alla realtà di Porto Recanati, ma ciò non vuol dire che non apriremo anche a tematiche di più ampio respiro. Per meglio soddisfare questo progetto, avremmo piacere che gli argomenti di discussione ci fossero suggeriti o proposti dai cittadini. Noi, naturalmente, faremo la nostra parte, ma non vogliamo essere protagonisti.

venerdì 3 febbraio 2017

Abbiamo scelto Blogger

Abbiamo scelto Blogger. Non volevamo ne un Social Network ne uno strumento di editing classico. Questo è un laboratorio di idee, di dibattito. Un Think Tank digitale che parlerà di Porto Recanati. Potrà scrivere il professionista, potrà scrivere il vicino di casa. Sarà a tutti gli effetti un esperimento di editoria sociale. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
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. In bocca al lupo a tutti.