Causa problemi di
connessione internet, per qualche giorno ho trascurato i miei impegni con
Società Civile. Devo rimediare. Per questo mi occuperò della importante,
controversa e lunga questione dell’ambiente e dell’ambientalismo.
Da uno sguardo
generale sul fenomeno ambiental-ismo, la prossima volta passerò a trattare della realtà locale, fino a
cercar di capire se a Porto Recanati esiste veramente un problema ambiente.
Ma
parlare di ambientalismo è mortalmente noioso, per cui mi limiterò a dire poche
cose. Innanzitutto che si
tratta di un’ideologia che presume e pretende di essere l’unica ad avere a
cuore i cosiddetti problemi dell’ambiente.
L’ambientalismo è di
sinistra sinistra, ovviamente, perché fu proprio Lenin a suggerire di cavalcare
i movimenti – visto che gli operai dell’occidente avanzato di fare la
rivoluzione non volevano proprio saperne. Essendo di sinistra – per davvero o
per opportunismo – gli ambientalisti non potevano e non possono non essere –
per davvero o per opportunismo – anticapitalisti, cioè anti occidentali, cioè
terzomondisti. Insomma, il progresso e il benessere gli fanno schifo. Ma per
davvero?
Ambientalismo vuol
dire anche lotta ai cambiamenti climatici, quelli che la Società Italiana di
Fisica non ammette come minaccia sperimentalmente attuale ma semplicemente come
previsione basata su modelli matematici. C’è una bella differenza tra previsione astratta e dato di fatto.
Giusto per fare un
esempio, una cinquantina di anni fa – anno più, anno meno – si diceva in
ambienti mondiali qualificati che entro trent’anni l’inquinamento atmosferico
avrebbe oscurato il sole e causato un raffreddamento della terra tale da far
scendere la temperatura media di circa dieci gradi. Saremmo morti tutti
congelati, in pratica.
Oggi, gli stessi
ambienti prevedono un innalzamento della temperatura di altrettanti gradi, con
la conseguenza che noi terrestri finiremo presto per morire arrostiti dai raggi
solari. Ecco, queste previsioni non sono piaciute alla Società Italiana di
Fisica, che infatti nel 2015 si è rifiutata di ratificare l’accordo di
Parigi sul clima.
Gli “ismi” non hanno
risolto mai niente, anzi. Come la chiesa ha bisogno di peccatori e i comunisti
di proletari, così gli
ambientalisti hanno bisogno del fumo delle ciminiere, perché senza verrebbe meno la loro stessa ragion d’essere.
Ora, noi non neghiamo
che si debba difendere l’ambiente, ma ci piacerebbe farlo senza ambientalisti.
Faccio ora un piccolo approccio
a ciò che ci riguarda.
Un amico – sapendo come la penso – mi ha recapitato questo post
di Italia Nostra su una frase detta dal sindaco Mozzicafreddo in consiglio
comunale. “Da dove vengono i soldi
internazionali non spetta a noi saperlo”. Questa, secondo Italia Nostra, è
la frase, e quelle che seguono sono le sue considerazioni “Stupefacente!! Appena si spargerà la voce che a Porto Recanati c’è un
amministratore pubblico che dice queste cose: ci penseranno anche i Narcos a
investire i loro sporchi soldi sul mattone. Che ne pensa Libera?”. I soldi
di cui parla Italia Nostra sono quelli della Coneroblu.
A parte il fatto che
Mozzicafreddo ha detto qualcosa di diverso e di più
significativo che né Italia Nostra né i suoi referenti porto recanatesi si sono
premurati di riportare, che dire di questa blasonata associazione ambientalista?
Avrei capito avesse chiesto di sapere da dove vengono gli alberi piantati in
pineta l’inverno scorso, ma non i soldi di un privato. In pratica vogliono fare
tutto loro.
Italia Nostra è
abituata a mettere il becco nelle cose di Porto Recanati, e da tempo lo sta facendo senza alcuno scrupolo. Cosa che a noi non piace, per cui vorremmo che questa sorta di stalking
politico ecologista nei nostri confronti cessasse.