venerdì 26 maggio 2017

Linciaggio mediatico


Vi ricordate quando nell’ottobre 2009 il giudice Raimondo Mesiano fu praticamente sottoposto a linciaggio mediatico da operatori Mediaset per la sua presunta ostilità nei confronti di Silvio Berlusconi nell’affare Mondadori?

Sapete come sono andare le cose? Semplicemente era stato ripreso con una videocamera mentre camminava per strada e sostava fuori dal barbiere. Quella ripresa, che metteva in mostra gli strani calzini turchesi indossati dal giudice e il suo muoversi di continuo, era finalizzata a far passare lo stesso da stravagante, e quindi inattendibile in quanto a capacità professionali.

Va ricordato che l’opinione pubblica, la politica, l’Anm, l’Ordine dei giornalisti deprecarono con il massimo della forza quelle riprese, perché oltre che linciaggio mediatico erano una subdola forma di intimidazione, come per avvertire il magistrato che non lo avrebbero lasciato in pace nemmeno nella sua vita privata.

Comunque, il giornalista responsabile di quel servizio fu punito dall’Ordine con una sospensione dall’Albo.

Non succederà la stessa cosa con il controllo del vicinato? E non succede già oggi anche da noi con la pubblicazione sui social di immagini di persone inconsapevoli con l’unico scopo di additarle al pubblico ludibrio?

Ricordo ad esempio un caso simile contro Petro Feliciotti e Rita Karmaliuk e Giancarlo Biagioli e Arturo Maresca. Vai per strada e ti fotografano mentre parli con qualcuno, come per dire che stai organizzando chissà quali loschi affari. E Francesco Massi additato su face book alla stregua di un ladro salvo poi dimenticarsi del fatto che è stato assolto con formula piena. E che dire di Andrea Dezi, esposto al pubblico ludibrio su face book mediante uno squallido fotomontaggio?

Questi sono attentati alla libertà della persona e del cittadino, che invece dovrebbe essere tutelato in ogni aspetto della sua vita privata – se non ha commesso reati.

Chi sono gli strani paparazzi che vanno facendo queste cose? Si sentono veramente così irreprensibili, così al di là del bene e del male da pretendere di dileggiare impunemente gli altri? Anche noi potremmo fare la stessa cosa nei loro confronti, ma a che scopo? Noi ci distinguiamo da loro per avere forte il senso della libertà e del rispetto della persona. Noi siamo liberali, mentre loro sono talebani.

Gli italiani in generale e i portorecanatesi in particolare hanno orrore del dileggio e della canzonatura e certi ineffabili individui ne approfittano per mettere in atto vendette personali legate ai propri risentimenti e alla propria invidia rispetto al successo altrui. Nietzsche li chiamerebbe appunto risentiti o, peggio, malriusciti. E qui a Porto Recanati, su questi presupposti, ci accingiamo a inaugurare il controllo del vicinato.

Questo blog è nato per fare da antidoto a questo tipo di barbarie e dovrà agire come antibiotico contro questa peste del XXI Secolo.
       


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