Vi ricordate quando nell’ottobre
2009 il giudice Raimondo Mesiano fu praticamente sottoposto a linciaggio
mediatico da operatori Mediaset per la sua presunta ostilità nei confronti di
Silvio Berlusconi nell’affare Mondadori?
Sapete come sono andare le cose?
Semplicemente era stato ripreso con una videocamera mentre camminava per strada
e sostava fuori dal barbiere. Quella ripresa, che metteva in mostra gli strani calzini
turchesi indossati dal giudice e il suo muoversi di continuo, era finalizzata a
far passare lo stesso da stravagante, e quindi inattendibile in quanto a
capacità professionali.
Va ricordato che l’opinione
pubblica, la politica, l’Anm, l’Ordine dei giornalisti deprecarono con il
massimo della forza quelle riprese, perché oltre che linciaggio mediatico erano
una subdola forma di intimidazione, come per avvertire il magistrato che non lo
avrebbero lasciato in pace nemmeno nella sua vita privata.
Comunque, il giornalista responsabile
di quel servizio fu punito dall’Ordine con una sospensione dall’Albo.
Non succederà la stessa cosa con
il controllo del vicinato? E non succede già oggi anche da noi con la
pubblicazione sui social di immagini di persone inconsapevoli con l’unico scopo
di additarle al pubblico ludibrio?
Ricordo ad esempio un caso simile
contro Petro Feliciotti e Rita Karmaliuk e Giancarlo Biagioli e Arturo Maresca.
Vai per strada e ti fotografano mentre parli con qualcuno, come per dire che
stai organizzando chissà quali loschi affari. E Francesco Massi additato su
face book alla stregua di un ladro salvo poi dimenticarsi del fatto che è stato
assolto con formula piena. E che dire di Andrea Dezi, esposto al pubblico
ludibrio su face book mediante uno squallido fotomontaggio?
Questi sono attentati alla libertà
della persona e del cittadino, che invece dovrebbe essere tutelato in ogni
aspetto della sua vita privata – se non ha commesso reati.
Chi sono gli strani paparazzi che
vanno facendo queste cose? Si sentono veramente così irreprensibili, così al di
là del bene e del male da pretendere di dileggiare impunemente gli altri? Anche
noi potremmo fare la stessa cosa nei loro confronti, ma a che scopo? Noi ci
distinguiamo da loro per avere forte il senso della libertà e del rispetto
della persona. Noi siamo liberali, mentre loro sono talebani.
Gli italiani in generale e i
portorecanatesi in particolare hanno orrore del dileggio e della canzonatura e
certi ineffabili individui ne approfittano per mettere in atto vendette
personali legate ai propri risentimenti e alla propria invidia rispetto al
successo altrui. Nietzsche li chiamerebbe appunto risentiti o, peggio,
malriusciti. E qui a Porto Recanati, su questi presupposti, ci accingiamo a
inaugurare il controllo del vicinato.
Questo blog è nato per fare da
antidoto a questo tipo di barbarie e dovrà agire come antibiotico contro questa
peste del XXI Secolo.
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