domenica 7 maggio 2017

Scusate se insisto


Scusate se insisto, ma siccome si continua a dire che la caduta della giunta Montali è dovuta a un complotto e non a una crisi interna, mi sento in dovere di ricordare ciò che in proposito è successo, perché la ricerca della verità deve precedere ogni altra considerazione. 

In questi ultimi giorni ho sentito molto parlare – male – di Andrea Dezi e Italo Canaletti, considerati alla stregua di miserabili traditori per aver fatto cadere, assieme ad altri sette complici, la “favolosa” giunta Montali. Non so voi, ma io considero traditore chi ti fa l’amico per poi venderti al nemico. Ma con la giunta Montali non è andata così. 

Di Dezi si è detto che era in malafede, avendo sin da subito brigato contro la Montali per far contenta la Ubaldi. Ora, se Dezi avesse avuto cattive intenzioni, sulla questione del Burchio avrebbe potuto astenersi come hanno fatto i suoi colleghi di partito Antonella Cicconi e Petro Feliciotti, oltretutto godendo della copertura politica dello stesso Pd. Con la scelta di votare in difformità, Dezi ha rotto con il Pd – non con la Montali – tant’è che in seguito ne fu espulso. 

Per quel che riguarda invece i rapporti con i colleghi di giunta, lo sapevano tutti in maggioranza che con l’andar del tempo Dezi e Canaletti - dopo Fiaschetti - si erano spostati su posizioni fortemente critiche nei confronti non della Montali ma di Uniti per Porto Recanati. 

Vedi ad esempio le dimissioni in massa, poi rientrate, avvenute il 9 aprile 2015. Fu un atto diretto a contestare UpP non la Montali. Quindi, nessun tradimento ma largo preavviso. 

Ma ancor più eclatante è la vicenda dell’assessore al turismo Italo Canaletti. La sua sorte era infatti segnata anche se non si fosse dimesso. Sarebbe bastato che il Pd avesse detto sì all’appello del sindaco per un ritorno in maggioranza e ciao Canaletti. 

Circa un mese prima della caduta della giunta Montali, era infatti arrivato a Palazzo Volpini un uomo politico di Grottammare – comune guidato dal Pd per il quale la persona in questione è stata assessore al turismo nel 2012 e rotti –  che avrebbe dovuto affiancare Canaletti nel settore del marketing turistico. 

Sai com’è, un esperto è tale perché sa e anche perché all’occorrenza avrebbe idee proprie da portare avanti e magari da imporre con l’appoggio del sindaco. Insomma, avevamo un Canaletti sotto tutela in attesa di essere sostituito con l'esperto arrivato dal sud delle Marche. 

Parliamo del professor Simone Splendiani, uomo del Pd che aveva esordito nella pubblica amministrazione affiancando – guarda caso – l’assessore Enrico Piergallini nelle materie inerenti al turismo. Da amministratore, Splendiani rappresentava il Comune di Grottammare nel Sistema Turistico Locale Piceno, nel quale Porto Recanati sarebbe potuta entrare  se la Montali non fosse caduta. 

“Ma come potevamo pensare di uscire dall’Associazione Riviera del Conero – ebbe a dire Canaletti poco tempo dopo –  che è il marchio turistico più importante delle Marche e che è conosciuto in tutto il mondo?”. 

Dunque, Canaletti non voleva lasciare l'Associazione Turistica del Conero per entrare nel Sistema Turistico del Piceno. Con il professore alle calcagna, quanto avrebbe potuto durare l’assessorato di Canaletti? 

Allora, sarebbe stato meglio restare lì a fare il pupo o andarsene dignitosamente? Ma poi, e finiamo, che cosa precisamente avrebbe dovuto fare il professore a Porto Recanati?  Dite voi.   


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