
In
questi ultimi giorni ho sentito molto parlare – male – di Andrea Dezi e Italo
Canaletti, considerati alla stregua di miserabili traditori per aver fatto
cadere, assieme ad altri sette complici, la “favolosa” giunta Montali. Non so
voi, ma io considero traditore chi ti fa l’amico per poi venderti al nemico. Ma
con la giunta Montali non è andata così.
Di Dezi si è detto che era in malafede,
avendo sin da subito brigato contro la Montali per far contenta la Ubaldi. Ora,
se Dezi avesse avuto cattive intenzioni, sulla questione del Burchio avrebbe
potuto astenersi come hanno fatto i suoi colleghi di partito Antonella Cicconi
e Petro Feliciotti, oltretutto godendo della copertura politica dello stesso
Pd. Con la scelta di votare in difformità, Dezi ha rotto con il Pd – non con la
Montali – tant’è che in seguito ne fu espulso.
Per quel che riguarda invece i
rapporti con i colleghi di giunta, lo sapevano tutti in maggioranza che con
l’andar del tempo Dezi e Canaletti - dopo Fiaschetti - si erano spostati su posizioni fortemente
critiche nei confronti non della Montali ma di Uniti per Porto Recanati.
Vedi
ad esempio le dimissioni in massa, poi rientrate, avvenute il 9 aprile 2015. Fu
un atto diretto a contestare UpP non la Montali. Quindi, nessun tradimento ma largo
preavviso.
Ma ancor più eclatante è la vicenda dell’assessore al turismo Italo
Canaletti. La sua sorte era infatti segnata anche se non si fosse dimesso. Sarebbe bastato che il Pd avesse detto sì all’appello del sindaco
per un ritorno in maggioranza e ciao Canaletti.
Circa un mese prima della
caduta della giunta Montali, era infatti arrivato a Palazzo Volpini un uomo politico di Grottammare – comune guidato dal Pd per il quale
la persona in questione è stata assessore al turismo nel 2012 e rotti – che avrebbe dovuto affiancare Canaletti nel
settore del marketing turistico.
Sai com’è, un esperto è tale perché sa e anche
perché all’occorrenza avrebbe idee proprie da portare avanti e magari da imporre con
l’appoggio del sindaco. Insomma, avevamo un Canaletti sotto tutela in attesa di essere
sostituito con l'esperto arrivato dal sud delle Marche.
Parliamo del professor Simone Splendiani, uomo del Pd che aveva esordito nella pubblica
amministrazione affiancando – guarda caso – l’assessore Enrico Piergallini
nelle materie inerenti al turismo. Da amministratore, Splendiani rappresentava
il Comune di Grottammare nel Sistema Turistico Locale Piceno, nel quale Porto
Recanati sarebbe potuta entrare se la Montali non fosse caduta.
“Ma come potevamo pensare di uscire
dall’Associazione Riviera del Conero – ebbe a dire Canaletti poco tempo dopo
– che è il marchio turistico più
importante delle Marche e che è conosciuto in tutto il mondo?”.
Dunque, Canaletti non voleva lasciare l'Associazione Turistica del Conero per entrare nel Sistema Turistico del Piceno. Con il professore alle calcagna, quanto avrebbe potuto durare l’assessorato di Canaletti?
Dunque, Canaletti non voleva lasciare l'Associazione Turistica del Conero per entrare nel Sistema Turistico del Piceno. Con il professore alle calcagna, quanto avrebbe potuto durare l’assessorato di Canaletti?
Allora, sarebbe stato meglio restare lì a fare il pupo o andarsene
dignitosamente? Ma poi, e finiamo, che cosa precisamente avrebbe dovuto fare il
professore a Porto Recanati? Dite voi.
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