sabato 13 maggio 2017

Controllo del vicinato

Sarà perché il concetto è formulato male o perché la parola “controllo” evoca già di per sé scenari da “grande fratello” – di George Orwell, intendo – fatto sta che quello che viene definito “controllo del vicinato” mi crea qualche imbarazzo.

Per controllo del vicinato si intendono gruppi organizzati di cittadini preposti alla prevenzione di atti criminosi nei pressi dei luoghi di vita consueti. Si dice infatti che se tutti ci impegniamo a fare attenzione a ciò che succede nei paraggi della nostra abitazione il numero dei crimini diminuisce, in quanto il potenziale criminale sa che c’è qualcuno che sta osservando i suoi comportamenti.

Capisco che quello della sicurezza è un problema importante, un problema che ci causa ansia e che ci fa vivere male. Perciò non sarò io a mettermi contro questa iniziativa, che fra qualche giorno prenderà campo anche a Porto Recanati.

Non mi soffermerò quindi a formulare valutazioni od obiezioni tecniche su questo vero e proprio espediente sociale per la prevenzione dei crimini, ma mi limiterò a dire ciò che secondo me il controllo del vicinato non deve mai essere. Ma prima occorre che dica che mi dà l’idea di un controllo sui vicini di casa piuttosto che su potenziali malfattori.

La paura è che finirà per essere una face book “on the road”: si faranno un sacco di chiacchiere senza costrutto, e con la scusa di voler essere più vicini ai fatti ci compreremo un binocolo per veder meglio quelli dei nostri vicini. A me il binocolo non piace, come non mi piace ogni qualsiasi occhio indagatore. Specialmente se tale funzione viene assegnata a individui non specializzati.

Ogni persona investita di un ruolo, prima o poi si veste di quel ruolo e allora lo zelo – malefico, anche se in buona fede – prevaricherà sulla libertà altrui.

Uno dirà: ma quelli debbono controllare se nei paraggi di casa circolano mettiamo dei potenziali ladri. Ma è proprio questo il limite del controllo del vicinato, che di ladri se ne individuano uno ogni morte di papa. E allora al controllore non resta, volente o nolente, che osservare chiunque capiti dalle sue parti.

Sai com’è, il martello vede chiodi dappertutto, e noi finiremo per diventare i chiodi di quei martelli. I controllori troveranno in noi un sacco di difetti e più di un sacco di cattive intenzioni. Certo, non andranno a denunciarci ai carabinieri per questo, ma ne parleranno con i conoscenti e organizzeranno persino dei salottini per parlare dei vizi veri o presunti dei loro ignari controllati.

Pensiamo a un esempio limite - ma non tanto - cioè a chi riceve in casa un’amante. Già dopo il primo appuntamento successivo all’entrata in vigore del controllo del vicinato tutto il paese ne sarà al corrente.

Puoi essere la persona più proba del mondo, ma se ti guardano in continuazione con occhio indagatore prima o poi un difetto te lo trovano, e se non lo trovano lo inventano.

Stesso discorso per la video sorveglianza, che se istallata nelle zone a rischio ha una funzione più positiva che negativa, ma istallata magari per il corso il rapporto tra negativo e positivo si inverte.

L’uomo civile ha già dato molto, in termini di riduzione della propria libertà al fine di poter vivere più sicuro, ma se perde la libertà ha perso tutto.        



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