Dopo l’affermazione di Macron e
Le Pen alle recenti elezioni in Francia, sembrerebbe che ovunque nel mondo si
assista alla più o meno accelerata dissoluzione dei partiti tradizionali. Non è
un fenomeno nuovo, a dire il vero, nemmeno dal punto di vista politologico.
Molto probabilmente, protagonisti del futuro saranno i cosiddetti movimenti sociali,
i quali dovrebbero avere una concezione più pragmatica e meno ideologica della
politica.
Che cosa avrà da guadagnare Porto
Recanati da questo ormai inarrestabile processo? Poco o niente, perché i
movimenti civici finora chiamati a reggere le sorti della città non sono
sembrati all’altezza della situazione. Vediamoli.
Uniti per Porto Recanati. Perde
due elezioni su tre e in quella vinta da comprimario in coalizione con tutto il
resto del mondo contro la Ubaldi viene squalificato dall’arbitro dopo nemmeno
un anno. Legalitario oltre misura, ha lasciato passare sotto silenzio un fatto
grave come quello della faccenda Plein Air, meglio conosciuto come caso
Pacella-Canaletti, in cui tra l’altro veniva coinvolto un secondo assessore rimasto
nell’anonimato.
E poi la questione della riunione di giunta
con ectoplasma, dove l’assessore Dezi, pur trovandosi all’estero per motivi di lavoro, risultava presente. Su queste cose bisognava andare fino in fondo, ma
UpP non l’ha fatto. Ci sarebbe poi da approfondire la frase finale di un post
di Sabrina Montali, ma sorvoliamo.
Porto Recanati a Cuore. Si
presenta alle elezioni del 2009 e fa eleggere il suo leader Alessandro
Rovazzani nella lista “Ubaldi”. Viene premiato con due importanti assessorati –
Lavori pubblici e Commercio – ma già nel 2011 è fuori dalla giunta e all’opposizione
in consiglio comunale. Alle elezioni del 2014 PaC non si è presentato per situazioni
controverse che probabilmente non ha determinato ma subito.
Alle ultime elezioni ha avuto un
buon numero di voti, che finora ha utilizzato male per non aver saputo evitare
di intrupparsi nel mucchio caotico e indistinto formato da altri gruppi di
opposizione con i quali in precedenza non
è mai andato d’accordo.
Alternativa Civica, il cui leader
Attilio Fiaschetti dopo essere stato eletto nel 2009 nella lista Ubaldi passa presto
all’opposizione per motivi politici.
Stessa cosa nell’aprile 2015, quando viene eletto nella lista Montali. Dopo
aver ottenuto le deleghe al Commercio e alle Politiche giovanili, prima si
dimette da assessore poi passa all’opposizione e infine fa cadere la Montali
andando assieme ad altri otto consiglieri comunali a firmare le dimissioni in
massa davanti al notaio Patruno. Alle ultime elezioni non ha avuto nessun
eletto.
Stesso discorso per Paese Vero,
che però, avendo mostrato l’intenzione di farsi da parte, da parte lo lasciamo.
Queste sono le liste civiche a Porto Recanati. Affidabili? Non ci sembra proprio.
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