È Pasqua, e nonostante non sia
credente voglio fare un fioretto e parlar bene di tutti.
Mi toccherà però essere ipocrita
e far finta che nell’ultimo anno non sia successo niente. Devo essere ipocrita
perché mi accingo a porgere l’altra guancia pur essendo convinto osservatore
del detto “a brigante, brigante e mezzo” e convintissimo assertore della
massima che impone di “non benedire chi ti maledice”.
Mi tocca parlar bene – io che
sono un impolitico – dei politici dell’opposizione. Gli stessi che durante
questi primi dieci mesi di consiliatura si sono affaticati a presentare mozioni sull’umidità dell’acqua e
interrogazioni sulla trasparenza dell’aria.
Roba come la scuola alberghiera,
la riqualificazione di Scossicci, la darsena, il recupero della spiaggia, il
destino del nostro turismo balneare con l’entrata in vigore della direttiva Bolkestein,
lo stato di trasandatezza di piazza Brancondi, gli alberi che deturpano il
Corso e le latrine che non ci sono, a loro non interessa. A loro interessa il
Burchio, perché col Burchio si spende poco e si realizza molto. Loro fanno a
testate per prendere i voti dei montaricini, gli unici, in fin dei conti, che
hanno cementificato quella collina. Il Burchio, ovvero la “carrettella” dei
nostri politici.
E infatti, tanti sono i voti che
hanno preso a Montarice i veri e falsi avversari del Burchio che hanno
regolarmente perso le elezioni. Ma la tigna – diceva Max Stirner – è più dura
della verga. E allora insistono a perdere elezioni su elezioni e a scappare o a
essere cacciati anzitempo da Palazzo Volpini anche quando le elezioni le hanno
vinte – tra l’altro non per meriti propri.
Ecco, su tutto questo devo far
finta di niente e abbracciare tutti. E devo essere ulteriormente ipocrita non rivolgendo
domande imbarazzanti, per cui farò quelle più ovvie. Ad esempio, che pluralismo
sarebbe quello che impone a tutti di pensarla alla stessa maniera? Perché tutti
dovremmo pregiudizialmente osteggiare l’amministrazione Mozzicafreddo?
Uno, vado cercando, che mi dica
perché pensarla tutti alla stessa maniera è un valore – a me che non credo nei
valori. Lasciate che ci sia almeno una voce fuori dal coro, se volete il pluralismo,
altrimenti saremmo a quel pensiero unico che in quanto tale renderebbe tutti
gli uomini non già più intelligenti ma più idioti. Specialmente se il pensiero unico
ricalca le idee di certi maneggioni della politica locale.
Io che sto orgogliosamente fuori
dal coro, con il mio atteggiamento faccio
sì che tutto questo non accada, salvando in tal modo il pluralismo delle idee e
l’antropologia liberale. Per questo non posso essere ipocrita.
E allora, Buona Pasqua – io che
non sono un credente – a tutti coloro che sanno accettare e rispettare anche
chi non la pensa come loro; a tutti quei politici che sanno realmente in che
cosa consista il progresso; a tutti quegli amministratori che pur nella
possibilità dell’errore hanno ben chiaro in mente quale sia il loro compito; ai
miei familiari, ai miei parenti, ai miei amici.
Tutti gli altri non dovrò far
altro che sopportarli. Per un giorno, però, non di più.
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