giovedì 6 aprile 2017

La rinascita del Partito Democratico

L’assemblea degli iscritti del Partito Democratico ha eletto segretario politico Massimo Montali. L’elezione è avvenuta per liste, ma essendo in lizza soltanto la sua si può dire essersi trattato di un quasi cappotto. Ma sarà vero?

24 votanti su un totale di 33 si sono espressi in favore di Montali, 8 sono state le schede bianche e una nulla. Il direttivo, oltre che dal segretario, è formato da Petro Feliciotti (vice segretario), Giulia Massaro, Consuelo Feroci, Antonella Cicconi, Eliana Graziosi, Anna Maria Mangiaterra, Giacomo Regnicolo, Niane Souleye, Vincenzo Pipolo, Leonardo La Torre. A questi vanno aggiunti di diritto Giovanni Giri ed Ettore Perna. Non sono tutti montaliani giurati, ovviamente, anche se la stragrande maggioranza lo è.

Si partirà dunque con un direttivo ecumenico, a parole, ma potrebbe darsi che con l’andar del tempo escano alla luce nuovi radicalismi, come già successo più volte anche nel passato più recente. Il commissario Andrea Marinelli, che ha avuto in mano il partito per nove mesi, in assemblea aveva auspicato un Pd unito, e aveva anche consigliato di lavare gli eventuali panni sporchi in casa e non sui social. Ma non sembra che tutti abbiano ascoltato i suoi consigli.

A Massimo Montali va il nostro augurio di riuscire a mettere a posto un partito che – come affermato in assemblea da Silvano Senigagliesi – ha come caratteristica principale quella di spaccarsi nei momenti di maggiore successo.  “E’ successo qui da noi come in campo nazionale” – ha detto Senigagliesi.

Mettere a posto vuol dire riuscire a portare ordine nel proprio partito, e attraverso esso nel panorama politico locale. Prima il partito poi il paese. Ma occorre anche uscire da talune ambiguità, che se - come ha detto in assemblea - il segretario non smania per le liste cittadine dovrebbe immediatamente uscire da Città Mia, come sembra vogliano tutti quelli che lo hanno votato. Giacomo Regnicolo in testa, se non altro per aver detto in assemblea che Città Mia è un progetto fallito e che pertanto deve essere abbandonato.

E poi, che senso avrebbe andare avanti per altri quattro anni e più avendo le mani legate dal dover rendere conto ad altri del proprio modo di fare opposizione? Forse che la Lega Nord quando perdeva le elezioni assieme a Forza Italia, Allenza Nazionale e Udc rinunciava alla propria autonomia in parlamento? Oppure il Pd dovrebbe rinunciare a pensare liberamente un proprio progetto politico perché vincolato sin da oggi a un’alleanza pregressa con Paese Vero e Alternativa Civica? Anche l’ex segretario Antonella Cicconi ha sostenuto che le attuali alleanze vanno denunciate. Ma ciò non esclude che possano essere resuscitate, magari in altra forma e con altre garanzie.


Il Pd fino a oggi ha donato sangue po’ a tutti, e Montali farà bene a ricordarsene. 

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