
C’è chi ne ha data un’interpretazione cabarettistica – vedi Città Mia –
chi strumentale per fini politici – vedi Uniti per Porto Recanati – e chi
maliziosa per fini di bassa polemica anti-ubaldiana - vedi tutti i ballisti che ne hanno scritto.
Il fatto è che Cingolani
si è dimesso perché pendeva sul suo capo la probabile revoca delle deleghe a
motivo di una sua troppo frequente e marcata autonomia rispetto agli indirizzi
concordati in giunta e nelle riunioni di maggioranza.
Diciamo che a giudizio
del sindaco si è mostrato decisionista oltre i poteri dallo stesso conferitigli e quindi oltre ogni limite sopportabile. Tutti sappiamo infatti che un
assessore non ha un potere proprio e indiscriminato ma un potere delegato dal
sindaco, primo vero responsabile di tutti gli atti amministrativi.
Infine, un assessore opera in qualità di membro di un organo collegiale
– nella fattispecie la giunta comunale – e non come organo monocratico.
Cingolani,
durante la conferenza stampa al bar Giorgio, ha spiegato i motivi delle sue
dimissioni in questo modo.
“L’ormai evidente e non rimarginabile discrepanza di
idee, contenuti e impossibilità operativa alle quali si è giunti con la linea
Ubaldi-Mozzicafreddo può portarmi soltanto a fare un passo indietro con gran
decisione”.
Cingolani ha coniato questa frase sapendo che avrebbe parlato di
fronte a dei giornalisti – non tutti, per la verità, ma soprassediamo – e questo semplice fatto lo ha indotto ad alterare il contenuto della sua lettera di dimissioni. Che dice.
“Con la presente, il
sottoscritto Cingolani Silvio rassegna le proprie dimissioni irrevocabili dalle
funzioni di assessore e dalla carica di consigliere comunale per motivi
strettamente personali”.
Tra motivi strettamente personali e quelli dichiarati in
conferenza stampa c’è una bella differenza.
Non è quindi vero – come ad esempio
dice UpP – che la causa delle sue dimissioni sia da individuare nel fatto che “le decisioni inerenti le sue
competenze venivano prese da altri”. Semmai è vero il contrario.
E’ dunque questione di cattivi consiglieri
aventi lo scopo di fare di Silvio Cingolani una vittima per poi suonare
la grancassa anti-ubaldiana? È più che probabile.
Comunque, Silvio si è comportato
in modo esemplare: da signore, oserei dire, assolutamente tranquillo e sempre
con il sorriso sulle labbra. Non ha pronunciato una sola parola contro il sindaco
e contro i suoi ex colleghi, come più volte si è tentato di indurlo a fare.
Faccio
notare che tutti quelli che oggi prendono subdolamente le sue difese, fino a
ieri di Cingolani dicevano peste e corna proprio perché faceva quello che
voleva, scandalosamente coperto. si diceva, dall’allora sindaco Rosalba
Ubaldi – vedi vicenda Agostinacchio – e da quello attuale.
Invece è successo
esattamente il contrario di ciò che si diceva.
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