lunedì 12 giugno 2017

Il terzo uomo

Chiedo scusa per questo continuo "stop and go", ma non sono ancora riuscito a risolvere i miei problemi con Internet.

Torno in campo in un momento molto particolare della politica cittadina, con il comune retto da due sindaci interni e uno, virtuale ma non tanto, esterno. C’è un sindaco legittimamente eletto e uno che lo è di rango e perciò legittimamente ammesso a dire la sua su ogni argomento che riguardi la pubblica amministrazione. Ma c’è anche un sindaco esterno, una sorta di terzo uomo di volta in volta in carica su argomenti che i sindaci interni non riescono ad affrontare con successo. A  volte può trovarsi a Macerata, ma più spesso a Porto Recanati.

Non hanno invece l’autorevolezza del sindaco, nemmeno di quello virtuale, i nostri consiglieri comunali, vuoi perché si perdono in discorsi senza alcun costrutto vuoi perché non riescono ad avere un buon rapporto con la controparte. Nel tempo si sono verificati episodi in cui abbiamo potuto costatare che due sindaci non bastano e che c’è bisogno del sindaco esterno.

Uno è l’episodio legato al cosiddetto Rendiconto 2016, nel quale il Partito Democratico e Città Mia hanno creduto di ravvisare un “buco finanziario” che “certifica che i cittadini contribuenti portorecanatesi negli ultimi anni (si parla di dieci anni e più) hanno ricevuto dal Comune meno servizi, in rapporto a quanto hanno regolarmente pagato, per uno scarto complessivo pari a 3.593.419,82 euro”. Una boiata colossale alla quale qualcuno ha anche creduto.

Essa lascia intendere che il Comune, invece di erogare in servizi i soldi già riscossi dai contribuenti, li abbia messi da parte per chissà quale oscuro scopo. E poi, che i cittadini contribuenti – senza distinzione di sorta, da quanto è dato leggere – abbiano regolarmente pagato quanto spettava loro è perlomeno contraddittorio, visto che gran parte degli accantonamenti derivano proprio dal fatto che moltissimi di quei puntuali cittadini non hanno pagato un tubo.

Ma in fin dei conti, non è questa la moralità della democrazia sociale? Se alcuni non pagano - per difficoltà oggettive, naturalmente - paghino gli altri con il sorriso in bocca.  E allora, perché star lì a frignare per qualche euro in più? Non siamo forse morali, noi?  

E poi ancora, visto che il Pd afferma che la pratica degli accantonamenti dura da almeno dieci anni, ci domandiamo come mai non se ne sia accorto quando era al governo della città con Sabrina Montali.

E che dire infine degli sperticati elogi rivolti a più riprese dallo stesso Pd al commissario Passerotti nonostante fosse un cinico “accantonatore” capace di accantonare persino il Fondo Indennità di fine mandato del sindaco Montali?

Altra questione per la quale due sindaci non sono bastati e ce n’è voluto un terzo è quella legata alla scuola alberghiera, che doveva accasarsi a Porto Recanati mentre invece il terzo sindaco l’ha spedita a Osimo. Sembrava fatta, quando a mandare avanti il Comune c’era il commissario Passerotti.

Sopraluoghi effettuati all’ex scuola Diaz da parte di tecnici della Provincia di Ancona avevano dato esito favorevole ed era arrivato anche il benestare del Comune di Loreto e dello stesso Istituto alberghiero Nebbia con relativa convenzione da firmare. Ma il sindaco Mozzicafreddo aveva forse altre idee.

Il 6 giugno 2016 dichiarò: “Sono senz’altro favorevole a una scuola di livello superire e credo che Porto Recanati debba averla. Ma relativamente alla scuola alberghiera, di cui si parla insistentemente, non ho notizie sufficienti per esprimere un giudizio circostanziato. So comunque che non esistono le condizioni per avere una nuova scuola e semmai ve ne fossero dovremmo cercare location diverse da quella indicata. A meno che non si tratti di una scuola a tempo determinato. In tal caso bisogna fare il calcolo dei costi e dei ricavi, perché a nessuno piace buttar via i soldi”.

Evidentemente Mozzicafreddo era favorevole all’alberghiero, altrimenti non avrebbe posto la condizione del tempo determinato. L’occupazione della Diaz era infatti a tempo determinato. Dev’essere che il secondo e il terzo sindaco non erano d’accordo con lui. Oppure che il calcolo dei costi e dei benefici non fosse favorevole.

Ma l’opposizione se n’è guardata bene di farne oggetto di interrogazione. “Ma come, signor sindaco, il Nebbia voleva portare 250 studenti a Porto Recanati e lei li ha mandati a Osimo?”. Non era una domanda lecita, questa? I nostri politici sono produttori di quantità industriali di interrogazioni e mozioni, ma praticamente tutte legate ad argomenti di nessun valore effettivo, come ad esempio la trasparenza. Quello che conta è che le cose siano fatte bene e che siano quelle giuste e non che ogni volta debbano essere passate in controluce.

Anche Sauro Pigini ultimamente ha interrogato il sindaco per conoscere i termini dell’affidamento del servizio di pulizia dei bagni pubblici, senza però ricordargli che due soli immondi pisciatoi in una città come Porto Recanati, di cui si vantano i sessantamila abitanti del periodo estivo, sono una cosa da terzo mondo. Vediamo se anche qui ci sarà bisogno del terzo sindaco.


Uno si chiede: “Ma perché due sindaci dovrebbero aver bisogno di un terzo sindaco?”. Io lo so, ma lo dico fra sei mesi.  Facciamo a Natale.   

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