L’assemblea degli iscritti del Partito Democratico ha eletto segretario politico Massimo Montali. L’elezione è
avvenuta per liste, ma essendo in lizza soltanto la sua si può dire essersi
trattato di un quasi cappotto. Ma sarà vero?
24 votanti su un totale di 33 si
sono espressi in favore di Montali, 8 sono state le schede bianche e una nulla.
Il direttivo, oltre che dal segretario, è formato da Petro Feliciotti (vice
segretario), Giulia Massaro, Consuelo Feroci, Antonella Cicconi, Eliana
Graziosi, Anna Maria Mangiaterra, Giacomo Regnicolo, Niane Souleye, Vincenzo
Pipolo, Leonardo La Torre. A questi vanno aggiunti di diritto Giovanni Giri ed
Ettore Perna. Non sono tutti montaliani giurati, ovviamente, anche se la
stragrande maggioranza lo è.
Si partirà dunque con un
direttivo ecumenico, a parole, ma potrebbe darsi che con l’andar del tempo escano
alla luce nuovi radicalismi, come già successo più volte anche nel passato più
recente. Il commissario Andrea Marinelli, che ha avuto in mano il partito per
nove mesi, in assemblea aveva auspicato un Pd unito, e aveva anche consigliato
di lavare gli eventuali panni sporchi in casa e non sui social. Ma non sembra
che tutti abbiano ascoltato i suoi consigli.
A Massimo Montali va il nostro
augurio di riuscire a mettere a posto un partito che – come affermato in
assemblea da Silvano Senigagliesi – ha come caratteristica principale quella di
spaccarsi nei momenti di maggiore successo. “E’ successo qui da noi come in campo
nazionale” – ha detto Senigagliesi.
Mettere a posto vuol dire riuscire a
portare ordine nel proprio partito, e attraverso esso nel panorama politico
locale. Prima il partito poi il paese. Ma occorre anche uscire da talune
ambiguità, che se - come ha detto in assemblea - il segretario non smania per le
liste cittadine dovrebbe immediatamente uscire da Città Mia, come sembra
vogliano tutti quelli che lo hanno votato. Giacomo Regnicolo in testa, se non altro per aver detto in assemblea che Città Mia è un progetto fallito e che
pertanto deve essere abbandonato.
E poi, che senso avrebbe andare
avanti per altri quattro anni e più avendo le mani legate dal dover rendere
conto ad altri del proprio modo di fare opposizione? Forse che la Lega Nord
quando perdeva le elezioni assieme a Forza Italia, Allenza Nazionale e Udc rinunciava
alla propria autonomia in parlamento? Oppure il Pd dovrebbe rinunciare a pensare
liberamente un proprio progetto politico perché vincolato sin da oggi a un’alleanza
pregressa con Paese Vero e Alternativa Civica? Anche l’ex segretario Antonella
Cicconi ha sostenuto che le attuali alleanze vanno denunciate. Ma ciò non
esclude che possano essere resuscitate, magari in altra forma e con altre garanzie.
Il Pd fino a oggi ha donato
sangue po’ a tutti, e Montali farà bene a ricordarsene.
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